martedì 4 novembre 2014

L'universo

Tramonti incandescenti 
Nuvole arruffate incorniciano il sole 
L'eterno perpetua se stesso 
Nella multiforme cangiante Epifania della natura
Fissità e mutevolezza, imperiosi arcani del mondo
Si confrontano nel Cielo si riflettono sulla Terra 

domenica 12 ottobre 2014

Art. 1 Cost.


Vi ricordate quando studiavamo il diritto?No ,  non mi riferisco al diritto studiato solennemente nelle università nelle facoltà di giurisprudenza, ma  a quelle semplici nozioni ed elementari nozioni  impartite a scuola. 
L'Italia è una repubblica democratica (parlamentare) basata sul lavoro.
Parlamentare ?
Lavoro? 
Francamente non ne è rimasto più nulla. Renzi vuole colmare l'inerzia del predecessori cannibalizzando lo stato di diritto e la carta costituzionale. Questo spettacolo è andato in scena già più volte, a cominciare dalla prima forzatura, il voto di fiducia al governo, passando per la schifosissima riforma del Senato,fino ad arrivare all'ultima: l'ennesimo voto  di fiducia sul job act, il più spregiudicato , tanto da far chiedere al senatore Vincenzo d'Anna, gladiatore di rilievo di questo triste epigone di seconda repubblica, l'indizione della maledizione del giorno 8 . L'8 agosto è stato strappato ai Senatori il voto sull'autodistruzione, l' 8 ottobre,  l'estorsione si ripete con la delega Poletti.
La legge-delega è incostituzionale: infatti l.art.76 cost.prevede che la legge delega debba fissare i criteri ed i principi  del decreti delegato a venire. Così non è , trattasi di una delega in bianco.
Ma il governo deve agire, deve far finta di fare, deve andare avanti, in questa sbornia di annunci, di proclami, stordimenti di slides. Ma, cito Walter Tocci, non si è mai cominciato a cambiare verso,abbiamo visto passi indietro non passi avanti. Con la riforma boschi gli elettori contano meno di prima. Con il Job Act si intaccano le garanzie per i lavoratori.
È così prosegue il deciso percorso di espropriazione della sovranità popolare e parlamentare che si era così bene manifestato nel ddl boschi, che si perpetua  ingolfando il Parlamento di dl, infarcendolo di fiducia; la funzione legislativa non si esplica nella aule parlamentari, ma nella direzione pd, dove i dissidenti sono disonorati , irrisi ed infine espulsi. E l'art. 67 Cost.? La libertà di mandato? Risponde la costituzionalista boschi : in democrazia vince la maggioranza. Giusto! Ma la maggioranza di voti liberi!! Di persone libere di esprimersi, non di coatti dalla direzione Pd ! 
I padri costituenti avevano inserito la libertà di mandato proprio per impedire imposizioni!
E in tutto questo la minoranza pd discute , si spacca, si frantuma, ma salva il rottamatore con il volto di fiducia.
Tocci, per fedeltà alla ditta vota la fiducia allo sfascia carrozze, ma poi si dimette. Certo un voto dignitoso... Ma la fedeltà all elettorato??
Chi ha votato Renzi?
Chi ha votato l'abolizione dell'art.18?
Chi ha voluto lo sconquassamento della Costituzione?
La risposta è sempre la stessa: nessuno.   
Tale argomentazioni potevano essere vane parole, ma si sono materializzate il 25 ottobre nella contrapposizione delle due sinistre, quella futuribile finta e radical-chic in camicia bianca della Leopolda nel loro garage chiuso di Firenze e quella in maglietta rossa in piazza San Giovanni: una scissione anche cromatica, osserva Cazzullo sul Corriere della Sera di oggi (26 ottobre).
Sul Job Act , la minoranza  Dem, Civati  Cuperlo Fassina (i reduci, come li chiama Renzi) promettono fuoco e fiamme, si asterranno sulla fiducia e voteranno contro il iob act. 
E stavolta c'è da crederci è il gioco il futuro della sinistra, quella vera, mentre si staglia all'orizzonte un leader nuovo: Maurizio Landini. Le elezioni anticipate sono sempre più vicine.

domenica 3 agosto 2014

Il senator canguro

In questa strana estate del 2014, dove la pioggia spadroneggia in stagione d'altri, con la complicità del governo ladro di democrazia, va in scena al Senato (tuttora, e spero per molto) della repubblica e non delle autonomie, uno spettacolo orrido quanto raccapricciante : la riforma del Senato. La trimurti boschi-renzi-verdini , senza la necessaria competenza, ma  ancor di più con discutibile autorevolezza, mette mano alla costituzione del 1948, la manipola e con l'ausilio della prima e della seconda carica dello Stato, ne porta a compimento lo stupro.
Il popolo, ormai ex-sovrano, guarda stupito la mutazione genetica della controriforma che mina,  nel profondo, l'assetto delle istituzioni, e con un colpo basso, modifica la forma dello Stato.
In una cinquantina di articoli il popolo è espropriato della sua sovranità ( praticamente non vota più ed è molto più difficile raccogliere le firme per referendum e per leggi di iniziativa popolare) ;il parlamento è di fatto soggiogato all'esecutivo che impone leggi e tabella di marcia dei provvedimenti, ghigliottina compresa; il PdR viene eletto dalla sola maggioranza e altre storture che altri hanno ricordato.
Per la prima volta nella storia repubblicana un ddl  di revisione costituzionale è imposto dal tracotante governo che impone anche ritmi e tabelle di marcia al parlamento di nominati, il quale per timore di perdere la poltrona si piega supinamente alla volontà dai capi-bastioni.
Di fronte all'assordante silenzio del principale garante della costituzione, il popolo si rifugia con fede mani del solerte magistrato antimafia, il Presidente Grasso.
Ed ecco che lui, invece,  destreggiandosi abilmente tra canguri, tagliole , spacchettamenti e conferenze di capi-gruppo, zittisce le minoranze, calpestandone i diritti-tra cui l'ostruzionismo , che vorrei significare alla saccentella ministra boschi non è un ricatto, ma una forma di democrazia .
E così l'opera buffa, anzi tragica fa avanti, mentre il direttore d'orchestra Renzi , infischiandosene di tutti vuole portare a casa la stupida bandierina entro l'8 agosto .
Bel risultato, sulla scena ci sono brandelli di opposizioni, fasciature , barelle e svenimenti di senatori stanchi,  sui quali sventola  il nuovo arrivato, il senator canguro.
In questa deprimente farsa, che non darà l'avvio alla terza repubblica, ma è solo l'epigone della
seconda , svettano alte personalità , grandissimi oratori ed oratrici , eroi di questa battaglia che chiamerei "la nuova resistenza" : dai D'anna ai Ferrara, dai Centinaio ai Candiani , dai Petrocelli ai Crimi, da De Petris a De Cristoforo che si sono battuti fino allo stremo, con dignità e talento in nome di principi e valori contro il Senato dei nominati .
 A loro va il mio grazie commosso e rispettoso, mentre al despota un consiglio : ascolti il suggerimento di tornare alle urne con il Consultellum, cancelliamo l'osceno parlamento dei nominati, affoghiamo questa , lasciatemelo dire, schifosa riforma nelle sabbie mobili, esattamente dove merita di stare.
Si ridia voce al popolo, proprio quello che si è cercato di espropriare, si voti con le preferenze , ci sono , usiamo quelle. E solo allora si potrà  dar vita ad un percorso costituente condiviso, e non imposto , revisione e non stravolgimento. Chiudo ,ricordando le parole dell'ultimo grande custode della Carta, Oscar Luigi Scalfaro: la Costituzione è di tutti e quando uno ha sentore di qualche turbativa si deve muovere per impedirlo. E noi lo faremo.