In questa strana estate del 2014, dove la pioggia spadroneggia in stagione d'altri, con la complicità del governo ladro di democrazia, va in scena al Senato (tuttora, e spero per molto) della repubblica e non delle autonomie, uno spettacolo orrido quanto raccapricciante : la riforma del Senato. La trimurti boschi-renzi-verdini , senza la necessaria competenza, ma ancor di più con discutibile autorevolezza, mette mano alla costituzione del 1948, la manipola e con l'ausilio della prima e della seconda carica dello Stato, ne porta a compimento lo stupro.
Il popolo, ormai ex-sovrano, guarda stupito la mutazione genetica della controriforma che mina, nel profondo, l'assetto delle istituzioni, e con un colpo basso, modifica la forma dello Stato.
In una cinquantina di articoli il popolo è espropriato della sua sovranità ( praticamente non vota più ed è molto più difficile raccogliere le firme per referendum e per leggi di iniziativa popolare) ;il parlamento è di fatto soggiogato all'esecutivo che impone leggi e tabella di marcia dei provvedimenti, ghigliottina compresa; il PdR viene eletto dalla sola maggioranza e altre storture che altri hanno ricordato.
Per la prima volta nella storia repubblicana un ddl di revisione costituzionale è imposto dal tracotante governo che impone anche ritmi e tabelle di marcia al parlamento di nominati, il quale per timore di perdere la poltrona si piega supinamente alla volontà dai capi-bastioni.
Di fronte all'assordante silenzio del principale garante della costituzione, il popolo si rifugia con fede mani del solerte magistrato antimafia, il Presidente Grasso.
Ed ecco che lui, invece, destreggiandosi abilmente tra canguri, tagliole , spacchettamenti e conferenze di capi-gruppo, zittisce le minoranze, calpestandone i diritti-tra cui l'ostruzionismo , che vorrei significare alla saccentella ministra boschi non è un ricatto, ma una forma di democrazia .
E così l'opera buffa, anzi tragica fa avanti, mentre il direttore d'orchestra Renzi , infischiandosene di tutti vuole portare a casa la stupida bandierina entro l'8 agosto .
Bel risultato, sulla scena ci sono brandelli di opposizioni, fasciature , barelle e svenimenti di senatori stanchi, sui quali sventola il nuovo arrivato, il senator canguro.
In questa deprimente farsa, che non darà l'avvio alla terza repubblica, ma è solo l'epigone della
seconda , svettano alte personalità , grandissimi oratori ed oratrici , eroi di questa battaglia che chiamerei "la nuova resistenza" : dai D'anna ai Ferrara, dai Centinaio ai Candiani , dai Petrocelli ai Crimi, da De Petris a De Cristoforo che si sono battuti fino allo stremo, con dignità e talento in nome di principi e valori contro il Senato dei nominati .
A loro va il mio grazie commosso e rispettoso, mentre al despota un consiglio : ascolti il suggerimento di tornare alle urne con il Consultellum, cancelliamo l'osceno parlamento dei nominati, affoghiamo questa , lasciatemelo dire, schifosa riforma nelle sabbie mobili, esattamente dove merita di stare.
Si ridia voce al popolo, proprio quello che si è cercato di espropriare, si voti con le preferenze , ci sono , usiamo quelle. E solo allora si potrà dar vita ad un percorso costituente condiviso, e non imposto , revisione e non stravolgimento. Chiudo ,ricordando le parole dell'ultimo grande custode della Carta, Oscar Luigi Scalfaro: la Costituzione è di tutti e quando uno ha sentore di qualche turbativa si deve muovere per impedirlo. E noi lo faremo.