sabato 26 gennaio 2013

Il mio intervento di meniscectomia mediale selettiva ginocchio dx

E' mercoledì  mattina 23.1.2013, in Abruzzo, dove è previsto il mio intervento di meniscectomia mediale selettiva, nevica  come che : ho paura, tremo al solo pensiero di dover nuovamente  affrontare una bufera di neve come già il 16 gennaio, giornata in cui si è bloccata l'Italia per le intense nevicate.
Faccio un passo indietro e riassumo  brevemente, le puntate precedenti  L'operazione era già stata programmata  presso il presidio ospedaliero di Castel di Sangro per il 17.1 , bella giornata vero? già un arzillo vecchietto al controllo dell'elettrocardiogramma  il giorno 10.1.2013 così aveva commentato sul numero 17: a' disgrazia , cambiate giorno signo', ma io ritenendo fossero superstizioni di nessun conto, imperterrita, tiro avanti per la mia strada. Infatti ritenevo che se quel gentile dottore che mi aveva visitata e che aveva rinvenuto un blocco articolare  mi aveva assegnato per l'intervento quel giorno, quella esattamente doveva essere la data .Il medico in questione è il dottor Frate Luciano giovane ma bravissimo ortopedico la cui fama era giunta fino a me per vie impescrutabili e assolutamente casuali, e proprio per questo, a mio avviso,  provvidenziali.
Arriva così il 16 gennaio, le principali arterie stradali per arrivare in Abruzzo da Roma sono bloccate per la neve, mia madre mi pone la fatidica domanda : ma tu che vuoi fare ci vuoi andare?? Resto basita e vado avanti per la mia strada, cioè quella di arrivare in Abruzzo.
Quindi , nonostante i bollettini di guerra emanati dal CIS "viaggiare informati", mi avvio in macchina verso la mia meta , tanto, per fortuna, ho la 4x4.
Nonostante le previsione nefaste arrivo nel primo pomeriggio a Castel di Sangro.Sembra tutto tranquillo, poso la valigia ed esco per la cena con mammina, la pasta con i porcini fa schifo sembra galleggiare in una amorfa gelatina, lascio tutto e vado a dormire. Prima però mi inietto sulla panza l'eparina anti-flebite e poi dalla mezzanotte resto diugiuna, neanche un sorso d'acqua si era raccomandato il dottore. Sono agitata e dormo solo tre ore, alle 5 sono già in piedi , ma aspetto mammina che deve fare colazione alle sette e un quarto. Arrivo all'ospedale alle ore 7.31 sotto una bella nevicata, fa un freddo cane. Passo nella cappella, mi fermo a pregare davanti alla statua di Padre Pio, che sembra guardarmi con aria cupa, mah , sarà una mia impressione, mi dico.
Salgo al 2° piano, Reparto Ortopedia , la prima notizia che mi dà Giovanni, l'infermiere è che il dottor Luciano Frate è malato e mi opererà il fratello Vittorio, vabbè mi dico , vuol dire che così doveva andare.
Mi ricoverano al letto 13. Letto 13 il  giorno 17???? A questo punto i presagi si sommano e si moltiplicano: sono terrorizzata, ma stoicamente indosso il pigiama nuovo che avevo comprato ai saldi per l'occasione e aspetto molto pazientemente il mio turno.Intanto passano le ore, nove , dieci, le undici e io tremo sempre di più , di freddo e di paura nel mio pigiamino bianco. Ho una sete tremenda, ma non posso bere, mi bagno solamente le labbra...Ormai si fa l'una, tra me e me covo la segreta ed inconfessabile speranza  che l'artroscopia non si faccia più...ed è così non mi operano più .. gli interventi del dottor Vittorio si sono prolungati e non c'é spazio per  il mio ginocchio ...rabbia e contentezza si alternano..mi danno un'altra data ...chiedo di essere la  prima stavolta preparo la  borsa e vado a casa..
L'artroscopia è rinviata alla settimana successiva , al 24. Un'altra settimana di Paura...

E rieccoci al 23,  dal Cis  non vengono diramati i bollettini di guerra della settimana prima, ma ugualmente mia madre mi domanda : ma tu ci vuoi andare?? Stavolta oltre che basita sono esterrefatta, ma non mi lascio influenzare e vado avanti.
Ci mettiamo in macchina, piove incessantemente, dopo Venafro, al bivio di Alfedena, esattamente a 0° gradi , la pioggia si trasforma in neve, dimostrando che la fisica non è un'opinione.
Una bufera: in men che non si dica sulla superstrada cadono 35 cm di neve!! Davanti a noi una teoria di  camion fermi. Aiuto!!!l'auto non va, slitta sulla neve , accidenti, perchè non ho messo la catene....urlo e strillo, chiamo il 112 , poi mi arrendo e mi fermo di traverso dietro ad un'autobotte ..dopo un pò scende il camionista inferocito, che in abruzzese mi dice più o meno così : à signò, proprio dietro di me  ti deve mette..mi scuso per l'imperizia, e di rimando lui mi dà quel coraggio che mi mancava, mi ricorda che ho la 4x4: à signò c'hai la 4x4, mettiti sulla neve fresca e vai. Vado, fa ccio gli ultimi 10 km in neve fresca con il cuore in gola, arrivo al bivio per Castel di Sangro, ce l'ho fatta!!
Stessa trafila dell'altra volta cena, iniezione di eparina sulla panza, digiuno dalla mezzanotte.

Riesco a dormire quanche ora , arrivo in ospedale alle 7.30, stavolta sono la prima! Mi mettono in barella e portano in sale operatoria. Subito preparazione per l'anestesia spinale:la dottoressa è campana come me, ha la faccia simpatica e capisce che ho una fifa tremenda. Mi fa l'anestesia e quasi subito si addormenta la gamba dx . Stavolta il mio ortopedico c'è, entra in sala operatoria, mi saluta e si metta all'opera..seguio tutto attentamente sul monitor (nonostante il sedativo e l'anestesia) però capisco poco; ad un certo punto il chirurgo trova il frammento malandrino e lo estrae, mentre regolarizza la restante parte del menisco...Mi ricuce ..è stato bravissimo!! L'intervento è durato più o meno mezz'ora... mi riportano giù...la gamba destra si sveglierà dopo un paio d'ore...passa la brava dottoressa e mi chiede se il piede si muove, sì è tutto ok......ho un drenaggio nella gamba... dà un pò fastidio ..passo  la notte quasi interamente sveglia lì all'ospedale, però sono protetta, mi danno antinfiammatori ed antibiotici.
Passa il dottor Frate, è andato tutto bene, mi toglie ildrenaggio e mi dimette. E' finita!!
Torno a casa.

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